30 settembre 2007

Isteria trascendentale o reale?


Oggi, accompagnato dai miei due collaboratori in gesta araldiche, sono entrato in un palazzo vetusto. All'interno c'era una mostra. I miei due scudieri, appena prima edotti sul dramma di Tancredi dentro il bosco incantato, pietosi cedettero i ferri all'entrata. La mostra insensata era un caleidoscopio di colori accostati senz'arte. Il creatore era tale Adi Da Samraj, detto "maestro spirituale, filosofo, poeta, drammaturgo, critico letterario e storico". Questo eminente ignorante è maestro di fissazione e pazzia: la via verso la psicosi è lastricata di buone filosofie. Leggo nel suo depliant: "Nelle sue strutture binarie e nelle sue immagini riflesse l'artista non mostra una schiera di opposti, bensì un gioco di specchi. Gli opposti nella realtà esistono in sintesi. Egli insegna che la dualità è illusoria: l'Esistenza è unitaria. Il nostro punto di vista soggettivo, sorretto dall'io, non definisce l'esistenza; che lo sappiamo o meno, che lo ammettiamo o meno, definisce solo noi stessi."
Chiedo per lui ricovero nel reparto grandi maniaci.

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