Non mi è parso mai vago
il disinteresse del mare
ed anzi nel mio cuore
tesse l’estuario amaro e beato.
Intanto incorrono le schedature
prolisse dei beni, i cataloghi
delle illusioni con gli svincoli
di identità d’usufrutto.
I miei dizionari, tutti invecchiati
nella contemporaneità già smussata.
Un confluire ottuso lascia
il diaframma di madreperle logorato,
riverbera tutto questo come
un altro mondo,
e l’occhio ingolfato
di lacrime senza uscita,
attraverso il vento delle onde
nell’orecchio è tutto asciugato,
la voce sua entra e sa dire
cose mie che non conosco.