13 novembre 2008
San Martin
11 novembre 2008
Figli delle stelle
Triste rissa lunare
sui selciati dei piani superiori -
tra trachiti sconnesse
imprecano i balordi stellari
in un’ebbrezza lattea
di materia alcolica oscura.
Dentro l’urna terrestre
dove secca l’anima
degli immortali diviene
il pattume dell’universale ma
nessuna traccia si fossilizza
nessuna ammonite serena
saremo più da calpestare.
31 ottobre 2008
Orazione patafisica
Narciso da Belfredo, che fu tra i primi a scavare nei luoghi dove da antichi testi si desumeva fossero i resti delle dimore misteriose, delle oscure presenze destinate all'espressione, estrasse dal cuore dell'abitato, in mezzo al foro, un cadavere fossilizzato in posizione fetale, accovacciato, come un dormiente. Egli, allora regio ispettore delle Belle Arti per il territorio dell'Io, e di lì a poco direttore del Museo Nazionale di Es, non tardò a mettere in moto un meccanismo di figurazione che si dimostrò efficace a tradurre in movimento la statica degli oggetti desueti. Fece colare del gesso in fori praticati nel cavo della roccia sedimentaria, quasi un travertino ma di presenze umane anziché vegetali, e trasse fuori larve di uomini e animali abbandonati dalla follia a sè stessi, mutilati dal destino, fatalisti soffocati, piccole nidiate di progetti asfittici. Nessuno scultore, nessun artista potrebbe aver reso così interessante il lavoro dell'amicizia curando i tempi morti dell'espressione, le parole tratte da vaghe allocuzioni quasi accidentali delle membra. Solo un Narciso che poteva immaginariamente dialogare con la morte, negare al pieno un diritto di libertà, e valutare il vuoto come risonanza di significati dell'al di là, solo un tale uomo poteva trovare sè stesso in una pellicola di fuliggine secolare e riparare le proprie cure dentro un alito igneo e nello stesso tempo etereo, alone di una promessa di rispecchiamento ignoto.
Questa è stata la nostra pietra miliare nel percorso in cui ci troviamo, insieme, complici percorritori.
30 ottobre 2008
Pudibonda famelica
Caracolla l'alimento
dentro un lamento barcollante
e si ingoiano le fatiche erculee
dentro i laboratori della vita,
senza neppure uno scioperare
senza la banalità pensionante
nei petti e nelle menti, tutto
è là fuori le strade, tutto è bloccato
sotto un lampione che fuga l'ombra
di un ospite marxiano,
di un Osho strano,
certi lavorii bislacchi alla proprietà
della conservazione.
12 ottobre 2008
4 ottobre 2008
Laborinto
Lunedì alla ripresa della vita
come se fosse un lapsus
la vita rispetto al lavoro
Un poco di rispetto nei giorni
si deve, in quest’epoca si faccia,
dirimpetto, si faccia fronte,
come uno sputo alle onde;
radio del mare prolissa e riverberante
a galena, che faccia male a questi occhi
pieni di inquieta mestizia con la sua calma
argentina, o lavorìo d’oro senza sirene.
Rifugio e naufragio in una condensa
salificata così lontanamente dal mare
un sudore nelle mani dei giorni pieni di sabbia.
3 ottobre 2008
Speriamo a Dio
L’illusione a lungo protratta
di somigliare a un bronzetto italiano
è una solitudine cupa
nella mia galleria d’arte bruta.
Le lamine metalliche rivestono
l’esoscheletro idolatrico,
la mia religione naturale
è un teatro di cartilagini
dentro le nostre articolazioni,
nei rapporti oscuri tra pittori e scultori.
La corsa dell’anima appariscente
è un motociclismo vichiano,
un soffione pestifero che muore
lontano dalla mia lunga gittata.
E sembra d’avere
una lingua mobile
per l’uso devozionale.
11 settembre 2008
Da una lettera perduta
Rendiamo tutto. Smettiamo di tormentarci e demoralizzarci. Tutto è ben più grande e serio.
26 agosto 2008
Erroneità e Allusionismo
Il mondo sta contenuto nell'insieme delle allusioni.
angina pectoris
Cuore e ragione. Non è chiamare alla sintesi superiore queste due parti?
Chi sarà la sintesi di quello che c’è oggi nella vulgata politica?
E soprattutto chi dividerà ancora quella sintesi
State dicendo questo?
Affatto. Dite di più, molto di più.
La fondazione Desiderio potrebbe essere riallacciata, ad esempio.
Lo strumento di misurazione non ha da essere il consenso?
Non è l’amicizia divenuta nobile macchina?
17 luglio 2008
Emissario del trascendimento
6 luglio 2008
Restaurazione del pensiero
Tutte le stratificazioni di quello che si dice e di quello che si pensa, le zone allineate e contaminate dalle mie parole, e di quello che in fondo alla base originale pensava una larva di me, in quest'opera di pulitura se ne andranno via.
30 giugno 2008
La fortuna della sera
25 giugno 2008
Modestissimo parere
Mi illudo, spesso facendo, di aver illuso il mondo e il tempo che io non sia successo. Come se si potesse passare senza traccia in questi evi. Come se niente di noi abbia avuto una presenza, duratura per qualche anno, di fronte al conteggio della perennità che tiene il Tempo. Anche di pochi grammi, anche di pochi granelli, difficile è scappare alla bilancia che pesa, al filtro che setaccia le coste di questa terra per valutare la balneabilità universale, dicono alcuni teologi delle estasi temporali che si leggono nelle riviste vacanziere. Direte: come fare per scappare da questa immane catastrofe? Non c'è rifugio, neppure nel giorno più laborioso e forsennatamente occupato dei tempi, per annientare tutta questa bella vita passata tra sapori del mondo e tramonti mediterranei, begli sguardi, colli divini ondeggianti, andature flessuose e sinuose schiene, risate di bambini, di fronte ad un giudizio non amichevole? Ebbene, questa idea non costituzionale di appellarsi contro un appello sgarbato e complottardo, di ricusare quel Gran Giudice nemico, ebbene questa idea, mi pare possa essere un primo passo verso una verace e santa rivoluzione universale di contro alla fine dei tempi.
21 giugno 2008
Lettera all'amico infortunato
18 giugno 2008
E’ mendace lo spirito d’afflizione che riserviamo a noi nella prassi dei giorni peggiori.
Agli operatori della psiche che esercitano la loro funzione e compiono scorribande nel territorio libero del senso di colpa dobbiamo dire solo questo; attenti operatori della psiche, attenti ai vostri lavori che non si concludono. Fate cura del tempo, mostrate inclinazione verso la sua signorile esperienza. Siate indotto stupefacente e lustrate le vostre cliniche con spazi creativi per creare e ricreare creature scriteriate e scrutare i loro crateri.
Agli operatori della strada, che siano prostitute o vigili urbani, prestate il massimo garbo ai vostri clienti e siate clementi con essi per quella legge hegeliana che vi fa dipendere da loro per inverarvi.
Della firma
Padre Rovert
Buon senso di colpa a tutti
14 giugno 2008
satorarepotenetoperarotas
E non è neanche un off topic scritto al di fuori degli argomenti
dell'ennegì.
E' uno scritto, lungo, ma non mi importa.
Scrivo perchè voglio che qualcosa di mio sia legato a iap per Carlo Berselli
che è
scomparso all'improvviso.
Quindi per Enoch/Critichino/Sversato/MariaStrofa/Librellula,e tutti
quei
suoi nick con i quali s'è presentato a me ed a tanti altri qui su iap e per
Usenet tutta nel corso del tempo
Già, il tempo.
La notizia della scomparsa e il momento in cui è stata resa nota sulla
superveloce autostrada di internet risale a due giorni fa, ma per me che la
scopro è *adesso* e mi dice *adesso* che "l'Assenza" sarà *totale*,
*definitiva* e che è come se tutto fosse già passato,come se tutto
fosse già trascorso e scivolato via per far posto ad altro che sia
più novità,
più fresca vicenda.
Per me è tempo di dolore.
Profondo, autentico,vero,reale.Che ho bisogno di condividere per iscritto.
Per me un evento luttuoso e la morte non sono mai un voltare pagina
velocemente.E vorrei che nemmeno la cosa scivolasse su iap senza
una mia parola.
Perdo una Presenza cui ero molto affezionata, una vicinanza nell'irreale
che spesso ho sentito Reale.
Ho la certezza di aver smarrito definitivamente qualcuno che leggevo
volentieri per
come si esprimeva, per quel che raccontava, per l'immagine che mi rimandava
quando lo ritrovavo e cui sempre lo associavo in maniera molto infantile...
Quella del momento in cui l'onda piena e tumultuosa si frange sullo scoglio,
lo travolge, se ne appropria solo per un attimo, prima di ritirarsi e
mescolarsi ad altra acqua ancora, ma in maniera meno violenta, più leggera.
Una immagine possente che disordina,sconvolge,mette sottosopra, rovescia
poi quasi si smarrisce da quella violenza e si raddolcisce.
E su iap ricordo spesso rovesci di parole o improperi o altrettante
celebrazioni,guasconate fatte rivelazione, racconti, commenti,apporti
di tipo critico,studi etimologici,poetate,pure
"donchisciotteschi" combattimenti,
=
Carlo.
In una parola,in un nome,Carlo.
Quindi.
Voglio che questo scritto rimanga qui,depositato per sempre, per ricordare
Carlo Berselli , perchè
Carlo Berselli è e sarà sempre una parte viva di iap.
Non solo di quella iap che io ho avuto la fortuna di vivere tempo fa, ma di
*questa* iap che continua a crescere e rigoglia ogni volta che qualcuno, con
grande generosità,postando,deponendo di suo ci chiama a far parte della
propria essenza più vera e più intima, non tanto virtuale, legandoci a lui
nel
permetterci di leggerlo.
Una volta qualcuno mi raccomandò di stare
molto attenta,mi disse che in questo virtuale non siamo che parole
vane,immagini e personalità costruite, menzognere.
Poi che la letteratura e la nostra voglia di avvininarcisi su iap sono una
cosa, la vita reale, le questioni private e personali altrui *devono*
rimanere
personali .
Io risposi quel di cui sono convinta ancora : certo, nel virtuale puoi
costruirti una personalità nuova e differente dalla tua, puoi ricrearti
tutto un mondo in cui sguazzare a tuo piacimento, ma
a lungo andare Tu_e_quel_che_sei_effettivamente
o
Chi_sei_effettivamente, verrà fuori.
Tra quei grafemi,tra quelle parole digitate in un sotto-sotto
che nolente e riluttante emergerà e galleggerà prima o poi, per quel che di
più vero c'è sempre, in ognuno di noi.
Quindi che le persone estranee ed a me completamente sconosciute con cui
entro in contatto qui in Usenet o sul Web sono virtuali, ma
fanno parte e continueranno sempre a fare parte del mio individuale,
esclusivo, mondo reale.
Ed EnochCritichinoSversatoMariaStrofa-Carlo
erano *davvero* uno che si chiamava Carlo che tuonava, poi esplodeva e
s'allargava in
ogni suo scritto e, alla fine era
davvero così, come NON si fingeva.
Io Carlo Berselli non l'ho mai visto.
Cioè.
L'ho visto solo 5 minuti fa sul blog della figlia, Serena .
E mi è scappato un sorriso.
Perchè prima di quel momento non ho mai nemmeno pensato ad immaginarmelo
legato ad una corporeità, e .
Adesso che non c'è più so che esisteva , *esisteva davvero*, anche
come natura fisica, materiale, fatta di carne e sangue.
In quasi dieci anni di amicizia non l'ho mai incontrato, nè sentito per
telefono.
E lui , molto presente nella mia posta privata, specie in un momento che
aveva intuito essere difficilissimo per me, aveva sempre avuto tanta
cortesia,tanta pazienza,molta ironia ,ma mai cattiva.
Mi strappava dei sorrisi, era sincero.
E credo di avere grossi debiti con lui ,anche se probabilmente non gliel'ho
mai saputo scrivere per ringraziarlo.
Esattamente non ricordo in che periodo abbiamo incominciato lo scambio di
mail, però mi sovviene che mi colpì immediatamente l'amore di quest'uomo
per i libri,la mente lucida, libera, la personalità.
Eclettica sarebbe dire poco.
La voglia di vita.
Fa male scriverlo qui ,adesso.
Però Carlo era lìimpersonificazione della vita da non sprecare,da vivere
fino in fondo e per me impersonificava quello scoglio che resiste,
quell'onda che si abbatte e poi si scioglie in altra acqua .
Io fui omaggiata con uno sfottò bello, preciso, mirato e molto giusto dal
primo nick di Carlo qui ,Critichino.
Che sbucò sulla iap estiva e molto sonnacchiosa dei primi di luglio del
2000.
In verità una iap poco incline alla lettura e -specie- allo sforzo
dell'interpretazione. Dopo aver postato alcuni suoi lavori come Enoch
passati completamente incommentati ,sbucò Critichino.
Quella era l'epoca in cui lo iap-poeta postava , poi andava a sdilinquirsi
in
micro apprezzamenti entusiastici in un thread di un altro poeta, allo scopo
che quegli ringalluzzito restituisse il "favore".
Gli sviluppi critici o gli studi sui versi sempre poco apprezzati si
andavano estinguendo e finanche semplici letture a commentario parevano
incominciare ad essere di troppo.
Iap si animò, nell'afa prese vigore e caddero le barriere ,si costituì in
esercito in buona parte "tuttiuniticontro" Critichino che si rivelò essere
il peggior
rompi-equilibri(palle) mai visto.
Ce ne fu per tutti.
AlbertOdino gli dedicò una "Apologia( non autorizzata)",
però fu con merla, per la poesia "Maldive" che spuntò l'altra faccia della
medaglia :
dopo Critichino che criticava, nasceva anche Lodatore che lodava.
A me disse come ero. Come mi "vedeva "leggendomi .E mi strappò una risata.
Devo confessare molto a denti stretti, ma alla fine risata fu.
Ed è così che me lo ricorderò, sempre ridendo.
Questo mi sembra importante per essere una delle cose che mi seguirà nella
memoria, in futuro, di lui .E voglio scriverlo a Serena, sua figlia.
Risate,ecco.
Pure molto tempo dopo, quando arrivò Sversato.
Che come inizio piagnucolante debordò in tutta una serie di dialoghi con
Merlino e con
Satollo.
Indimenticabili.
Di lui in quanto Sversato potrei raccontare delle guerre.
Di come si buttava a capofitto nella pugna.
Di come andava fino in fondo a tutto, nel bene e nel male, di come si
incaponiva salvo poi correggere immediatamente il tiro se si rendeva conto
di essere in errore.
A me una volta chiese scusa per essere stao esageratamente non so che. Ma
esageratamente :) lui.
Ricordo che non sopportava gli errori di trascuratezza nei post,le
ovvietà,le ipocrisie.
Sversava intervenendo, (inaugurò tutta una serie di post poesia +etimi
della parola), vivacizzava, mazziava alla"cecata", rimbrottava, [CANE
ANALFABETA!] ,raramente lodava
e si esprimeva con una dialettica colta che non aveva pari , una fra le più
godibili da me mai lette ,condita da una mordace ironia pure ,a volte,
autolesionistica; sfotteva, "sfruculiava"
deliberatamente, disturbava canzonava ed irrideva, peccava
e poi pure si assolveva.
Ma un essere umano.
Che mi ha anche colpita perchè qui non s'è mai vergognato di mostrarsi per
quello che era.
Incazzato, esageratamente allegro, sfottente, drammaticamente innamorato
perso, geniale,deluso, arrabbiato,clamorosamente vendicativo con i "nemici",
capacissimo di riconoscere la letteratura, e lodare la vera arte quando la
scovava,
affettuosamente gentile con gli amici, preoccupato e capace di condividere
gli accidenti di salute con chi stava male : un essere umano .
Quando uno dei consueti postatori,ebbe un gravissimo incidente d'auto,
con una delicatezza preoccupata fece spesso da tramite fra noi e lui
tenendoci al corrente e alla fine, so per certo, anche andandolo a
trovare personalmente.
Un essere umano, mi ripetevo e ripeto a voi. Mentre una qual certa peggiore
iap,( per fortuna non tutta) continuava flemmaticamente a far scivolare ogni
sua cosa,senza una sosta.Poetando, criticando, leggendo, facendo pure
sfoggio di muscolatura culturale, senza voler incontrare l'umano fermandosi
con
un semplice
post di saluto,
o di partecipazione.
Posso anche raccontare della generosità di Sversato.
Carlo era di natura molto generosa e la sua generosità si scioglieva da lui
in molti modi.
Se fiutava intrallazzi ai danni di qualcuno nel sottobosco
"iapincontrinelreale" o
"iaporganizziamocipervendicarcidiqualcuno" sbucava e raccontava quello che
sapeva, o lancia in resta partiva in difesa attaccando e *dimostrando*, come
fu una volta per me, l'infondatezza stupida e pretestuosa di certe inutili
posizioni.La cattiveria gratuita di certi personaggi, i meschini
atteggiamenti
di altri ancora.
Se gli si chiedeva un parere letterario o un consiglio,anche di lettura,
partiva in quarta sgommando e
non si risparmiava.Citava, raccontava, ma io rimanevo ammirata non tanto da
quel che
mi andava svelando, quanto dalla sua maniera di chiamare il suo
interlocutore ad
amare ciò che egli aveva amato, a farlo entrare nel suo rapporto
libro+lettore.
I libri, si capiva, erano il suo più grande amore dopo la figlia.
Poi arrivava la scrittura, ma i libri...
Erano la passione violenta, sanguigna e nel contempo la tenerezza.
Adorava profondamente scegliere libri e leggere e
poi raccontare dei personaggi che incontrava e odiava o idolatrava, finendo
per diventare egli stesso uno di loro.( l'ho sempre pensato) :)
5 minuti in mail con lui e ti veniva voglia di leggere.
Una cosa che qui su iap ho provato anche grazie a torrette e giannapiano, ma
sono altri racconti.
Era Carlo ad entrare *nei* libri e più tardi nei personaggi che ha creato.
nel
romanzo che ha scritto, "Rotolibro d'autore" , poi ne "I Libronauti".
Leggerlo mi faceva venire voglia di scrivere, di provarmi ,anche in poesia.
Una volta, inaspettatamente trovai un suo commento sotto un mio lavoro
sudatissimo ma che ,alla fine, non mi convinceva.Pensai che mi avesse
riconosciuta
nonostante avessi avuto cura di usare un nick diverso. Che avesse voluto
incoraggiarmi .Quando "osai"
insinuarglielo scherzando, più che altro per comunicargli la mia
contentezza,
mi rovesciò addosso un torrente di tutta una serie di così
variopinti insulti ed improperi,
che. Alla fine mi convinse : avevo ragione io! :)
Sempre a proposito della generosità di Carlo potrei parlare della
mia depressione , dei miei sforzi per combatterla,e di lui che mi
consigliava "L'arte della gioia" di Goliarda Sapienza, e Borges, o Fante.
Del tempo che perdeva con me e del rispetto che
portava e ha sempre portato
alla mia mente,alla mia sensibilità ed alla mia intelligenza.
Una volta mi complimentò per un commento e mi disse che stavo diventando
come il buon euxebio e r r : la poesia intorno a noi in tutto quel che
vivevamo, noi poesia fusi alla poesia perchè lettori
Pensai ad uno sfottò, solo ora mi rendo conto di quanto sia veramente
importante "leggere" in un testo il testo.E farlo proprio, farcisi
assorbire.
Dare al testo che si legge il giusto valore, il giusto apporto, la giusta
importanza.Trascorrere con lui, specializzarlo con le pause di riflessione,
dal titolo all'ultimo punto finale.
Veramente allora Buon dominio di exe, rr e di, a. AlbertOdino, valentino,
X, non tanto mio.
Poi.
Vorrei parlare di Maria Strofa.
Un personaggio che solo una mente geniale come Carlo Berselli poteva
costruire nel tempo.
Qui, quando la "Signora " si presentò come peripatetica attirò
immediatamente l'attenzione.
Io risi a crepapelle quando
Madame dichiarò una prticolare inclinazione per a. che,al contrario le
rispose
di essere etero. :) Mi ricordo che nè Local_Machine, nè Land*Scape ci
cascarono,ma il resto :...a capofitto, simpaticamente presi dagli
scritti poetici della Dama.
Eppure ad accorgersi che era un uomo ce ne furono.Pochissimi : oltre a.
AlbertOdino, torrette, io.E rimanemmo in un divertito silenzio.
In fin dei conti ognuno ha
il diritto di condursi come vuole, di sperimentare Usenet come vuole.
Convinto blogger, MariaStrofa_con_ i _baffi leggeva altri blog.
Attentamente.
E postava: si era inventato le avventure dell'Ispettore Gabriello.
Però credo di essere rimasta legata ad un suo post dedicato alla figura di
suo padre, grande amatore. C'era un sacco di ironia, al solito, ma un
sottofondo di amara delicatezza
che mi rende ancora cara quella lettura.
Avrei ancora tanto,da raccontare a chi vorrà leggere.Tanto da dire.
Questo è un mondo strano e altrettanto strano è il modo con cui si
vivono i rapporti su internet, con questi sconosciuti che ti rispondono se
chiedi, che ti domandano e tu rispondi loro,che si parlano leggendosi.
E' un mondo in evoluzione, non meccanico, arricchente per i milioni
di incontri e di contatti che si stabiliscono. Per le voci che risuonano.
Occorre un giusto distacco, come intende rast.a, si, dice bene.
Però, da qualche ora mi sento meno ricca,ho perso il necessario distacco
ed il virtuale
s'è impadronito del mio reale con dolore di perdita, senso di vuoto,
bruciore di assenza.
E rimanere in silenzio per un dolore, nemmeno su un newsgroup ,per me.
è mai
stata la soluzione giusta.
Altrove, il nick di una signora, alla notizia, ha borbottato, più o meno :
"Crederò che è morto quando me lo dirà lui!".
Già, vorrei pure io. :)
Ma mi devo arrendere e così devo dare l'Addio ad una fra le persone più
incredibili che mi sia capitato di incontrare in tutta la mia vita sino ad
ora.
Con tutto il mio affetto.
Gioiella Lontana
From: sversato
Newsgroups: it.arti.poesia
Subject: Silenzi
Date: Thu, 25 Apr 2002 17:46:12 +0200
La terra concava che inghiotte
la notte,
che tiene nel ventre la figlia
del grano, della spiga dura,
la terra dei démoni lontani
di voci e silenzi attoniti
scavati nella carne, bolle di vuoto
negli occhi dilatate, dei lemuri
striduli ai passi stranieri, la terra
lontana, l'ultima,
quella che dalla bocca chiede
forza ai denti rigati di sangue,
si aprirà ai tuoi passi dimenticati,
ai segni lievi,
a questa musica che non ha
gitani
a Proserpina che torna nella calda
stagione
e si riprende il mio fianco; ancora
vibrante e alata come il sogno
dei papaveri e la polvere
del loto.
sversato
13 giugno 2008
Ben disposto
27 maggio 2008
la giusta moderazione e la cattiva moderazione
La giusta moderazione e la cattiva moderazione.
Sembrerà casuale che oggi io proponga questa insolita riflessione, ma essendo ospite di un forum che riguarda la moderazione ho ritenuto giusto dare giusta luce alla questione.
Ci sono alcuni aspetti delle nostre relazioni con gli altri che non sono già da sempre comprese nella dottrina, ma non per questo dobbiamo esimerci dallo sforzarci di intenderle nel modo più corretto e proficuo. Parliamo oggi allora della moderazione nei luoghi di scrittura della rete.
In questi luoghi siamo soliti presentarci con degli strani appellativi che in cuor nostro dovrebbero difenderci dalle nostre stesse opinioni su diverse questioni. Ci armiamo così dei nomi più strani e partiamo a scrivere le nostre considerazioni alla volta degli amministratori mediatori.
Posiamo la nostra attenzione su questi signori amministratori e sulla loro meritoria opera. Essi accettano che vi siano tra le maglie della loro porzione di rete e per qualche istante, le figure intere delle nostre parole. Esse poi una volta comparse possono riapparire ovunque, libere come il cielo che le ha create ed il samaritano che le ha raccolte ho intese. Ma la loro opera non si ferma certo qui. Non è solo lo spazio di queste larghe e generose maglie della rete che essi mettono a disposizione. Essi prestano anche l’inconfondibile opera della mediazione. Accettano sì che queste parole provengano dai nomi più strani ed improbabili, ma vigilano che i contenuti di queste parole non siano offensive per la morale comune e per il magistero della rete e della sua etichetta.
Quindi cari amici, sono accette solo le opinioni ritenute mediamente valide, non troppo piatte e non troppo offensive. Tutto ciò che è per così dire “forte” e “colorito” non ha diritto di sussistenza nelle maglie della moderazione.
Voglio fornire a voi il criterio o il discrimine per comprendere la giusta moderazione e la cattiva moderazione.
Indignarsi verso i luoghi urbani con il cuore aperto alla speranza di un miglioramento incontra la giusta moderazione.
Proporre incontri edificanti nello spirito della comunione, quali l’andare in giro in bicicletta incontra la giusta moderazione
Insultare la persona per le sue malefatte senza il senso cristiano del perdono e l’intendimento segreto del peccato come motore psichico incontra la cattiva moderazione.
Non rivelare il proprio nome e rendere vano il tentativo di smascherarlo incontra la cattiva moderazione.
Buon senso di colpa a tutti
Padre Rovert
la nostra casa
Quante volte vi è capitato di desiderare d’essere a casa. Quante volte siete stati colti dal pensiero ”oh, se fossi a casa nel mio cantuccio..” Perchè cari amici, la casa ha questo di bello...Essa può contenere tutto ed è per questo che è la nostra casa. Magari esiste una stanza particolare che non vogliamo e possiamo frequentare quando ci sentiamo in una determinata condizione d’animo. Ma la casa è la nostra casa quando possiamo stare in una delle sue stanze anche se ci sentiamo male.
La nostra casa è dove riponiamo non solo i nostri oggetti più cari, ma anche dove riponiamo le nostre presenze più discrete che danno letizia alle ore del meriggio, quando il sole filtra dalle persiane o dagli scuri ed il fresco fa soggiornare il nostro gatto nella penombra.
Cari amici noi abitiamo di continuo ogni stanza e muoviamo il nostro corpo tra le mura del corridoio, tra i bagni e le stanze riordinate e arieggiate con la frescura del mattino. Ma siamo ancora altro. Soffermatevi per un istante e considerate con me come per gli strati della dipintura in una eterna mano che il nostro signore dipintore ha voluto permettere si posasse sulla calce dei mattoni, noi siamo al contempo il mattone e la luce di tutti gli strati.
Buon senso di colpa a tutti.
Padre Rovert
26 maggio 2008
Statistica del desiderio
Padre Rovert
(Ricevo e Pubblico da Padre Rovert la seguente lettera dedicata all’amico Gino Petenea e a tutti e 4 il lettori del Blog)
Buon giorno, colui che scrive risponde al nome di Padre Rovert. Affinché possiate meglio ascoltare il vostro cuore nel mentre leggete pubblico la mia immagine.
Se oggi mi sono deciso a scrivere in questo luogo è perchè conosco l’impegno costante di Gino Petenea che in questo caso ha fatto da anfitrione. Cosa vuol dire un prete che scrive in un blog di vittime della moderazione?
Ecco, questa è la domanda che io mi sono posto prima di decidere di scrivere in questo luogo. Sono un benedettino e quindi potete immaginare l’operosità che caratterizza questo ordine del quale io mi sento con orgoglio partecipe. E questa operosità mi ha spinto ha cercare le domande e le risposte che le persone vogliono fare e vogliono darsi. Perchè darsi è sempre la via migliore, ricordatevelo cari ragazzi.
Il primo tema della spero cospicua serie di riflessioni che voglio proporre all’attenzione dei lettori è questo.
Meglio il GREST o la colonia comunale?
Cari ragazzi già dalla scelta maiuscola la devo dire intimamente, sento risuonare la risposta chiara come una campana della domenica di Montagna, e allora perchè ancora esiste questa domanda?
Ci sono molte famiglie dove si è insinuato un pericoloso morbo che non fa scegliere. Che fa scegliere tra cose fasulle. Perchè la vera domanda riguarda quello che io chiamo l’OS. Quanto OS noi riusciamo a dare. L’OS è l’offerta spirituale, e allora chiediamoci assieme cosa ci può essere dentro una colonia comunale? La gente pensa che il bambino debba essere lasciato per dodici ore da qualche parte, ma non sempre mette al centro delle sue attenzioni quelli che sono i bisogni del bambino.
Sappiamo tutti cosa vuol dire colonia comunale. Colonia comunale fa rima con colonia penale. Grest fa rima con the best.
Buon senso di colpa a tutti.
Padre Rovert
24 maggio 2008
Difesa di Fischerle
storia di feci e non feci
E’ sempre sugli ospedali che cade la nostra attenzione. Io, che ho raccolto il voto tra i malati, ma come presidente di seggio mobile, quest’affare lo conosco di traverso. Ma se a raccogliere i voti fosse invece qualcuno del personale paramedico o medico, ma non per l’imminente scrutinio della scheda, ma così detergendo una fronte madida un giorno, mostrando interesse per un decorso post-operatorio l’altro , magari abbozzando un sorriso qua e la e poi elargendo l’indicazione giusta, nel momento giusto, con l’assiduità certosina dell’artigiano politico, ebbene se questo fosse vero io chiedo alla platea del solo lettore dove sia il confine tra la dimensione privata della professione e quella pubblica del politico. Chi cerca d’essere l’eletto tra gli altri abbracciando questa prassi mostra se stesso nella candidatura sotto ogni possibile riguardo che a lui pare sia di vantaggio. Solerte nell’aiutare il bisognoso, generoso e altruista, capace di individuare e risolvere problemi. Ma nulla di più efficace vale che il mostrare ciò che noi tutti intendiamo come “ciò che egli è”. E per quanto oscuro possa essere quell’”è”alla fin fine nella pratica ci affidiamo a quello per decidere, laddove è ancora possibile decidere in tale maniera. Ora se è le cose stanno così l’individuo in cerca d’elezione o eletto va colto a 360° e non a 180° a meno che non si voglia sia l’elettore essere colto a 90°. Se in questa prassi, in questa osmosi, nella sfera professionale si manifesta un incidente di percorso, una storia che esce anche in modo discutibile, una storia di feci e di non feci, allora questa storia entra dritta nel circolo di consapevolezza urbana che dovrebbe accompagnare un elettorato nel corso degli anni di gestazione del suo voto. C’è un modo preordinato affinché questa storia esca? No.Si può e si deve pretendere che il delatore dia le generalità e fornisca le date e i nomi ed ogni riferimento purchessia? Forse sì. Il giudizio di meschinità da affiggere sul delatore in questione è duro, ma ci può stare per intero e solo il foro interiore di chi scrive coprendo le pudenda identità conosce fino a che grado questo sia vero. Forse una meschinità ed una mancanza di coraggio sono e restano tali anche di fronte alla verità se si è scritto la semplice verità. Perchè vale anche in questo caso per chi scrive il fatto di inquinare con la propria condotta il fatto raccontato, prima che il “fatto” inquini lui. Una funzione privata indivisibile da quella pubblica che si manifesta nella lettura.
14 maggio 2008
Carfagnana
24 marzo 2008
Abel
Sei in piena crisi, forse anche tu cerchi la risma d'un giudizio più alto. D'un metro di conforto alle vicende che puoi vedere e intendere o solo immaginare.
sembri un bersaglio grosso ma in realtà sei sfuggente. In quello che fai, nel tedium delle tue giornate io trovo la conferma del relativismo. Sei il simbolo della condanna al relativismo.
Tu che hai affrontato dalle ginocchia comuniste ai piedi del papa hai annusato lo stesso odore e hai tenuto la coerenza solo quando ti sei guardato nella tua mole e nella tua forma. A te non si poteva chiedere di tacere per qualcosa. La parola ti ha preso la mano.
Una crisi senile? Forse la pazzia è intervenuta nella tua vita scaltra. Sei un moralista e non lo sapevi.
Perchè difendere i prodromi della vita quando non si riesce ad amare la vita nelle sue forme più evolute? Sappi che io ti voterò
16 marzo 2008
Malpensa
La prima visione fu quella che dalla vasca da bagno potesse esservi un pertugio dove l’acqua poi andava a scolare giù verso un mondo sotterraneo chiamato l’Alitalia, dal cielo nero e con dei soli finti. Ma questa angusta illuminazione era pareggiata dal suo protervo assistenzialismo, che non lasciava per strada al freddo nemmeno un barbone, un solo vero. Le cabine telefoniche alla bisogna si mutavano in piccoli loculi che contenevano una persona. Non vi erano crimini ma solo sfortune e verso queste la mano morbida dell’amministrazione dispensava l’agio al mal tolto.
L’Alitalia così prosperava sotto il cielo di terra.
A questa immagine del bagno si aggiunse presto quella del letto prima di coricarsi. Io sono esistito da sempre. E quale fortuna mi ha colto ora qui nel letto a dirmi figlio di mia madre e fratello di mio fratello. In altre volte e in altri luoghi sono stato altro e chissà cosa sarò ancora. Ho solo sei anni e non ricordo altro che questa circostanza.
Poi il mondo deterministico mostra l’ingranaggio a sedici anni. Ma è un ingranaggio spaventoso e vuoto che fa del gioco di rimando il suo assurdo quantum. L’essenza è negli altri e gli altri sono sempre spaventosamente altri e alteri sino a che loro stessi sono chiamati a dirsi “altri” per comprendere il senso del movimento, che è solo una direzione causale, un inferno dove l’io è solo condotto da traversare.
Poi la chimica tra le mie parole
14 marzo 2008
Valori degli avi
13 marzo 2008
6 marzo 2008
Storia di Roberto che vola
Quando infuria la tempesta
Quando piove a catinelle
Fuor non mettono la testa
Bambinelli e bambinelle.
Ma con stupido ardimento,
Sfida l'acqua, sfida il vento
Quello sciocco di Roberto
Con in man l'ombrello aperto.
Il furor dell'uragano
Strappa, schianta fiori e piante.
Tien l'ombrello fermo in mano
Quel fanciullo petulante.
Ma l'ombrello rigonfiato
S'alza e il bimbo è trascinato.
Egli grida! Chi lo sente
Nel terribile frangente?
Ver le nubi va l'ombrello
Preceduto dal cappello.
Su nel cielo più lontano
È Roberto ormai perduto.
Lo cercar dovunque invano,
E nessun l'ha più veduto.
28 febbraio 2008
Parvenza
Il mio Loden liso riluce narciso
nel pomeriggio preparato dal sole
dove i raggi vanno sghembi
obliqui ubiqui a trafiggere l’eco del mondo.
Allora la penna d’oro m’acceca
di bellezza, scagliette di ritratti in foglia
scritti sulle rive fluviali,
sui nostri mali,
sul volto trafitto del mondo allora
non una posa risposta riposa.