24 marzo 2008

Abel

Ferrara, mi sono stancato di scriverti per intelligenza. Forse di pancia riesco a raggiungere il tuo volto.
Sei in piena crisi, forse anche tu cerchi la risma d'un giudizio più alto. D'un metro di conforto alle vicende che puoi vedere e intendere o solo immaginare.
sembri un bersaglio grosso ma in realtà sei sfuggente. In quello che fai, nel tedium delle tue giornate io trovo la conferma del relativismo. Sei il simbolo della condanna al relativismo.
Tu che hai affrontato dalle ginocchia comuniste ai piedi del papa hai annusato lo stesso odore e hai tenuto la coerenza solo quando ti sei guardato nella tua mole e nella tua forma. A te non si poteva chiedere di tacere per qualcosa. La parola ti ha preso la mano.
Una crisi senile? Forse la pazzia è intervenuta nella tua vita scaltra. Sei un moralista e non lo sapevi.
Perchè difendere i prodromi della vita quando non si riesce ad amare la vita nelle sue forme più evolute? Sappi che io ti voterò

16 marzo 2008

Malpensa

La mia visione del mondo:

La prima visione fu quella che dalla vasca da bagno potesse esservi un pertugio dove l’acqua poi andava a scolare giù verso un mondo sotterraneo chiamato l’Alitalia, dal cielo nero e con dei soli finti. Ma questa angusta illuminazione era pareggiata dal suo protervo assistenzialismo, che non lasciava per strada al freddo nemmeno un barbone, un solo vero. Le cabine telefoniche alla bisogna si mutavano in piccoli loculi che contenevano una persona. Non vi erano crimini ma solo sfortune e verso queste la mano morbida dell’amministrazione dispensava l’agio al mal tolto.
L’Alitalia così prosperava sotto il cielo di terra.

A questa immagine del bagno si aggiunse presto quella del letto prima di coricarsi. Io sono esistito da sempre. E quale fortuna mi ha colto ora qui nel letto a dirmi figlio di mia madre e fratello di mio fratello. In altre volte e in altri luoghi sono stato altro e chissà cosa sarò ancora. Ho solo sei anni e non ricordo altro che questa circostanza.


Poi il mondo deterministico mostra l’ingranaggio a sedici anni. Ma è un ingranaggio spaventoso e vuoto che fa del gioco di rimando il suo assurdo quantum. L’essenza è negli altri e gli altri sono sempre spaventosamente altri e alteri sino a che loro stessi sono chiamati a dirsi “altri” per comprendere il senso del movimento, che è solo una direzione causale, un inferno dove l’io è solo condotto da traversare.

Poi la chimica tra le mie parole

14 marzo 2008

Valori degli avi


Evidentemente, in un paese ridotto alla fame, all'osso, non si poteva trovare un messaggio più sbagliato. Solo i nostri nonni cresciuti nella miseria hanno la memoria impressa nella carne. O tutto cambia troppo facilmente in Italia?

6 marzo 2008

Storia di Roberto che vola



Quando infuria la tempesta 
Quando piove a catinelle 
Fuor non mettono la testa 
Bambinelli e bambinelle. 
Ma con stupido ardimento, 
Sfida l'acqua, sfida il vento 
Quello sciocco di Roberto 
Con in man l'ombrello aperto.

Il furor dell'uragano 
Strappa, schianta fiori e piante. 
Tien l'ombrello fermo in mano 
Quel fanciullo petulante. 
Ma l'ombrello rigonfiato 
S'alza e il bimbo è trascinato. 
Egli grida! Chi lo sente 
Nel terribile frangente? 
Ver le nubi va l'ombrello 
Preceduto dal cappello.

Su nel cielo più lontano 
È Roberto ormai perduto. 
Lo cercar dovunque invano, 
E nessun l'ha più veduto. 


Da Pierino Porcospino tradotto da G. Negri