16 marzo 2008

Malpensa

La mia visione del mondo:

La prima visione fu quella che dalla vasca da bagno potesse esservi un pertugio dove l’acqua poi andava a scolare giù verso un mondo sotterraneo chiamato l’Alitalia, dal cielo nero e con dei soli finti. Ma questa angusta illuminazione era pareggiata dal suo protervo assistenzialismo, che non lasciava per strada al freddo nemmeno un barbone, un solo vero. Le cabine telefoniche alla bisogna si mutavano in piccoli loculi che contenevano una persona. Non vi erano crimini ma solo sfortune e verso queste la mano morbida dell’amministrazione dispensava l’agio al mal tolto.
L’Alitalia così prosperava sotto il cielo di terra.

A questa immagine del bagno si aggiunse presto quella del letto prima di coricarsi. Io sono esistito da sempre. E quale fortuna mi ha colto ora qui nel letto a dirmi figlio di mia madre e fratello di mio fratello. In altre volte e in altri luoghi sono stato altro e chissà cosa sarò ancora. Ho solo sei anni e non ricordo altro che questa circostanza.


Poi il mondo deterministico mostra l’ingranaggio a sedici anni. Ma è un ingranaggio spaventoso e vuoto che fa del gioco di rimando il suo assurdo quantum. L’essenza è negli altri e gli altri sono sempre spaventosamente altri e alteri sino a che loro stessi sono chiamati a dirsi “altri” per comprendere il senso del movimento, che è solo una direzione causale, un inferno dove l’io è solo condotto da traversare.

Poi la chimica tra le mie parole

1 commento:

  1. Visione di un mondo. Tra il delirio e la tranquillità della dolorosa coscienza, nasce un mondo scintillante, e cupo nello stesso tempo. Come la corazza di uno scarabeo? Una prosa kafkiano-egiziaca.

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