L’inarcato godere della visione
s’addentra nella tua missione privata:
un golfo inabitato, scevro di spettri
e di dintorni, in luogo di mentire
sull’Ente spodestato è un vano
con affreschi di cielo e ali
d’amorini furtivi e furbeschi,
ariette e guazzi forzati in
quadrature fuggite ai cerchi
concentrici della tua vita,
bisticciata con le promesse
degli eventi inerenti, delle cose
dubbiose, le nebbie della ragione
e i pigolii di piccole arpie in nuce,
la luce del tempo che ti ha truccato
di segni il volto, le spume albeggianti
delle tue stagioni tutte attardate.
Cosa ti resta ai piedi, un calzare di
Ermes ed un saldalo liso d’Achille
pronto ad essere colpito, prima di
balzare in aria in un cielo lapislazzulo?
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