25 agosto 2009

Lido kafkiano




Similitudini in rivista lungo

il battere e levare delle onde

quando le solitudini affiorano

come ectoplasmi marini, impiastri

di alghe e polpi, urticantisi

con grazia piena, sommariamente,

viste le temperature tropicali:

perché un mondo vale un altro sulla rena;

di tutti gli attori sull'arena dei lidi

dispersi, o tori dell'arenale,

o mia Oklahoma dei rompicapi

esito estinguendomi così dalla

tua amarena ghiacciata, dalle

bollicine di coca, dai rutti e flutti

dal tatoo e bambù, vudu tuttifrutti;

sono un bisonte da mozzarella

in questa spiaggia delle finitezze,

un'ultimità intima e discinta

tra desideri corsari e carapaci.



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