11 settembre 2009

Con Franz



La casa non è un luogo sicuro, bisogna trovare un luogo più oscuro, più segreto, la vita non è libera neppure il giorno del riposo, dall'ansia e dal controllo. Dove riporre i gesti ossessivi, dove abbandonarsi alle illusioni di essere un altro corpo e di fare imitazioni di Cristo? Nulla è conquistato, tutto è in prestito, anche la solitudine è in prestito e il riconoscimento è presto ritirato dagli scaffali della memoria altrui, come un libro poco venduto. Anche il nascondimento, che impone l'amore, il sotterfugio della mente, le ore in cui gli uccelli si svegliano e cinguettano ed è sveglio con loro un desiderio che spinge ad appagarsi, si perde presto dietro la paura e la vergogna, l'incertezza della nostra condizione. Ed è quella benevolenza, che viene di nascosto, che cura ogni nostro gesto, ogni parola, ad essere così soffocante e crudele, un bene che giunge così tacitamente, osceno e folle, un bene che corre in tutti gli orizzonti e viene da noi per scappare alla paura di essere diverso; una cura disperata, una saggezza senza orgoglio e speranza, senza distinzione. 





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