15 settembre 2009

Meditazione occidentale




  Quando il sole è basso, troppo basso per essere credibile, in questo sdilinquimento di colori, nella generale assenza di confusione in cui tutto è piantato, e cavo, cavernoso, angoloso, di peso plumbeo come caduto sulla terra, il cielo riprende la sua pienezza e le montagne raggiungono la loro giusta distanza. Quando il mondo così conquista il suo ordine e tutte le cose hanno ripreso il loro posto, si è fatto già troppo tardi, tutto è già finito, per la speranza e la giustizia. L’appello viene rimandato ogni giorno fin dall’inizio.
  Pensavo di telefonarti, ma le batterie sono scariche. Neppure un messaggio in questo imbrunire, neppure un amorino che passi, in affitto per spedizioni, un Mercurio a cui affidare uno scritto, verbi volanti per quest’aria così carica di scosse. Dunque affidiamoci alla potenza del pensiero, di immemorabile tradizione, sicuro strumento primordiale in caso di abbandono della tecnica moderna. Checché ne dica il Filosofo contemporaneo. Checché se ne faccia aporia, il divenire delle cose sorpassa la telepatia degli stati d’animo e l'illusione del Pensiero. Le ombre gli cadono addosso, e lui come le sue immagini è caduco. Stiamo tranquilli dunque, il tempo passa e io mi stò muovendo verso un luogo in cui giungerai anche tu.



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