Le presenze in queste stanze raccolte
in un briciolo di memoria tra il mare
e i grani di rena che mi siedono
a calcare l’orma d’un attimo,
sono accadute ormai di troppo, cifre
sabbiose a competere con noveri
stellari, assiepate nel punto
di un giorno delle mie pupille al sole,
cardini usurati da intrusi,
come un visto per passare ancorato
in un largo di tempo, laggiù, fumoso.
Mi piacerebbe avere il tempo di commentarle versi e strofe, dr. Felden, ma come lei ben sa, mi assiepo tardiva alla sua ombra lasciandomi prendere con disinvoltura nel turbine del tempo e facendo della rena pomeridiana una possibile ragione dei miei ultimi guizzi estivi... lei forse mi potrà comprendere in questa excusatio non petita.
RispondiEliminaL'accusatio è manifesta. :-)
Gentile Sig.ra Balenti, i miei tormenti lei sa sono balenanti al crepuscolo o in albe lussureggianti di luci. Per le accuse è meglio l'ora senz'ombra. Nessuno s'aggirerà per la piazza.
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