4 ottobre 2007

don Gianni Baget Polo



La filiera origina dai campi.

Dire che sia poco ciò che occorre per introdurre questo signore è certo segno dell’apparenza. Chi scrive dovrebbe guardarsene prima ancora di pensare cosa sia stato il paesaggio, cosa sia l’amore e cosa sia scrivere.
Sommate le tre varianti resterà ben poco e forse l’intenzione di mostrare anche un solo tratto di costui.
Don Gianni Baget Polo è suono e nome articolato d’esistente.
E’ certamente carne sembiante a occupare spazio tra i passi e farne mente certa tra il da farsi e mentre nuovo al mondo chiede cosa sia bastante. Domani avrà due o tre corone reali per il suo portale e dirà a braccio “signori mei accuntamo”.
La confessione cristiana è d’ambito.
Poche cose si dicono dell’uomo e di come passa sotto il senso. Purchè ve ne sia uno disposto a coglierlo. Deve essere poi questo l’orgoglio disumano che argina l’umano quando l’industria immateriale si incarna nel destino.

Nell’autunno antidiluviano si colloca la nascita d’ogni giorno. Allora è facile pensare che il tempo girerà da torno alle cortecce dei pini marittimi fin quando sia possibile non intaccare il cemento con le radici. Dopo il diluvio dell’autunno l’abitudine.

L’abitudine

1 commento:

  1. La notte ha cambiato la città santa,
    mettendo i nunzi in piedi,
    cambiando il verso alle cappelle, alle reliquie, ai divieti...
    Dovevi immaginarlo, faccio saluti dal cielo, guardandoti sparire, come un punto laggiù... Ti benedico in questa notte, o Badget Botzo,
    il tuo deo patafisico, il tuo daemòn.

    Da una canzone meravigliosa

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