2 ottobre 2007

Lagune stellanti


Ecco una vita alla deriva nel cosmo, posta dinanzi alle meravigliose costruzioni di pietra che danno luogo a Venezia. Ad una distanza di un braccio di mare questa vita conteneva i segni di una chimica uraganica. Era sul limite di snervamento. I diversi livelli di intimità tra il soggetto e i materiali preludevano ad una chiamata dal cielo, venuta da un non so dove, o sorta dalle onde dell'acqua agitata in quel tratto, in una sorta di attrito, di tensione che produce uno stridìo. Infatti, di seguito al pensiero, squillò un telefono. Setacciò la tasca, ne trovò un briciolo che gemeva ed ecco, ecco una sicurezza era apparsa a quell'orizzonte, a quel tavolino con tre zampe sbilenco sulla fondamenta delle Zitelle: la sua voce.

1 commento:

  1. Anonimo10/05/2007

    Decisa che si era d'essere chimica e poi partorire il resto ad un altro braccio di mare, le restano solo le carceri femminili e i passanti che la descrivono o che le dormono dentro il suo buio

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